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"Tumore mammario o infezione all’utero? È colpa mia… se solo le avessi fatto fare una cucciolata!"

di Natascia Cocchia, Chiara Del Prete, Veronica Palumbo

Quanto spesso, in seguito alla comparsa di patologie mammarie o uterine nelle nostre piccole anziane amiche a 4 zampe, si ha la tendenza a responsabilizzarsi? Quante volte il Medico Veterinario si trova di fronte all’errata convinzione dei proprietari che, se solo il cane avesse avuto una o più cucciolate, ciò non sarebbe successo?

Le neoplasie mammarie e le patologie uterine, così come l’iperplasia endometriale-cistica/piometra, rappresentano le patologie riproduttive femminili con più alta incidenza nella specie canina e destano quindi grande preoccupazione in chi si prende cura di loro. Ad oggi, è convinzione comune che una gravidanza possa “proteggere” la cagna dallo sviluppo di tali patologie e spesso i proprietari si rivolgono al proprio Medico Veterinario per comprendere quale sia il momento migliore per la sterilizzazione del proprio animale domestico.

Nella maggior parte dei casi l’avvento di patologie riproduttive presuppone una eziopatogenesi anche di natura endocrina. Sebbene la gravidanza, quale evento endocrino fisiologico peculiare, possa essere riconosciuto in tutti i mammiferi come un evento in grado di riequilibrare eventuali alterati assetti endocrini, dobbiamo tenere in considerazione la ciclicità della cagna e come la sua fase progestinica sia sovrapponibile alla fase luteinica gravidica.

L’endocrinologia del ciclo riproduttivo femminile della cagna è davvero peculiare. Tale specie consta di cicli estrali che si presentano ogni sette mesi circa, con una fase follicolare di circa 15 giorni caratterizzata da elevati livelli di estrogeni, cui segue un progressivo innalzamento di progesterone ematico. Infatti il progesterone, a partire da livelli basali di circa 1,5-2,5 ng/ml, in concomitanza del picco di LH (ormone luteinizzante) che si verifica circa 36-48 ore prima dell’ovulazione, raggiunge livelli di 5-8 ng/ml (15-24 nmol/ml) nel momento in cui avviene l’ovulazione. Successivamente si stabilizza a livelli più elevati, di circa 10-25 ng/ml (30-75 nmol/ml), creando un plateau che permane per 59-63 giorni. Quindi tali elevati valori ematici di progesterone rientrano ai livelli basali: ciò avverrà in maniera repentina (ore) nelle cagne gravide al momento del parto oppure più lentamente (giorni/settimane) nel caso in cui la gravidanza non si fosse instaurata.

In tale ottica va chiarito che non può esserci alcuna correlazione tra l’avvento di patologie mammarie o uterine della cagna e il suo essersi o meno riprodotta “almeno una volta”. Una o più cucciolate non cambierebbero l’azione ciclica delle predisponenti fisiologiche stimolazioni ormonali subite dalle ghiandole mammarie e dalla mucosa uterina per gran parte della vita dell’animale, a partire dall’avvento della pubertà e con una cadenza di circa due volte l’anno.