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L’invasore dalle chele blu

di Luciana Cozzolino*

Spopola da settimane sul web ed in tv la vicenda del granchio blu, l’‘invasore’ dei nostri mari. In realtà la specie, anche conosciuta con il nome di Callinectes sapidus, abita il Mediterraneo dal 1949 (1).

Il Ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), FrancescoLollobrigida, ne parla ai convegni con gli allevatori di vongole, lo mangia in compagnia della cognata (il Presidente Giorgia Meloni), e ne pubblica aggiornamenti sul sito del MASAF (3) con il chiaro intento di trasferire un  messaggio: consumare la specie invasiva.

Ma come mai tale specie risulta così impattante?

Questo crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi (per intenderci la stessa famiglia del Carcinus aestuarii, granchio comune del Mediterraneo) sembra portare un esponenziale squilibro nell’habitat mediterraneo correlato all’aumento delle temperature (2). In seguito al mutamento climatico il granchio blu sta diventando una specie prevalente con il rischio di ridurre una biodiversità già minacciata (3).

Macome la biodiversità sia importante per l’essere umano è un tema complesso per via della difficoltà nel correlare direttamente fenomeni globali alla vita di ognuno di noi. Nel The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) (4), si descrive come la biodiversità sia correlata alle risorse biologiche che preleviamo dalla natura anche soltanto per nutrirci (piante, animali che si nutrono di piante e/o alghe, animali che si nutrono di altri animali, ecc.). Quando un anello della catena viene a mancare crollano anche le catene trofiche più solide, inclusa quella in cui l’uomo risulta inserita.

Una prima importante iniziativa

L’Italia risponde quindi alla imponente invasione del granchio blu tramite l’imponente Decreto Legge Omnibus. Nell’art. 10, lo Stato mette a disposizione circa 2,9 milioni di euro “a favore dei consorzi e delle imprese di acquacultura che provvedono alla cattura e allo smaltimento della specie”. Al momento non è ancora disponibile il decreto del MASAF dove si stabiliscono i criteri di elargizione dei fondi. Il consiglio, in linea generale, è quello di consumarlo come alimento onde evitare inutili sprechi, magari pescandolo e favorendone il suo consumo.

Non i primi e soli invasori

A quanto pare, il “non nuovo” invasore blu non è l’unico ad aver trovato spazio nei nostri mari. Si conta che dal 1950 vi siano più di 850 specie aliene nel Mar Mediterraneo(5,6). Ad oggi potrebbe capitare di incontrare specie quali il letale pesce scorpione (Pterois miles), il non meno tossico pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), il velenoso divoratore di alghe verdi   pesce coniglio (Siganus luridus).

Teniamoci pronti

La vicenda, ormai quasi passata in sordina del fenomeno “granchio blu”, mette in luce la punta dell’iceberg. Risulta facile ragionare su una specie dannosa ma edibile, la difficoltà a cui oggi il governo è chiamato ad intervenire consiste in un approccio tecnico-scientifico multidisciplinare capace di arginare le conseguenze del cambiamento climatico. Le retoriche da salotto (anzi da cucina) non bastano.

Come diceva Publio Flavio Vegezio Renato nel V sec. a.C. “Si vis pacem, para bellum”. Ergo, se vuoi la pace, preparati alla guerra. Dove per guerra si intende la lotta alla sopravvivenza del nostro pianeta, ecosistema incluso, nessuno escluso.

Fonti, citazioni e definizioni.

1: S. Nehring. Invasion History and Success of the American Blue Crab Callinectes sapidus in European and Adjacent Waters. Invading Nature – Springer Series in Invasion Ecology, vol 6. 2011  
2: Pastor et al. A Warming Mediterranean: 38 Years of Increasing Sea Surface Temperature. Remote Sensing. 2020; 12(17):2687. 
3: Clavero et al. Severe, rapid and widespread impacts of an Atlantic blue crab invasion. Mar Pollut Bull. 2022; Mar; 176:113479.
4: Gowdy et al. The Economics of Ecosystems and Biodiversity: Ecological and Economic Foundations. TEEB Edited by Pushpam Kumar. Earthscan: London and Washington. 2010.
5: Tsiamis et al. The native distribution range of the European marine non-indigenous species. Aquatic Invasions. 2018; 13(2): 187–198.
6: Korpinen et al. Multiple Pressures And Their Combined Effects In Europe’s Seas. Technical Report. Jan 2020. 

*Discente Master I livello in ‘Divulgazione Scientifica e Comunicazione nella Salute Pubblica’