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Virus che saltano

di Giuseppe Borzacchiello

BA.5 è la sigla che identifica l’ultima variante del coronavirus derivante da Omicron. Rilevata inizialmente in Sud Africa sta diventando dominante destando preoccupazione in alcuni paesi europei. È stata segnalata anche in Italia e si caratterizza per un tasso di diffusione molto elevato. La crescita esponenziale di BA.5 è probabilmente dovuta alla capacità di eludere in parte la risposta immunitaria indotta dal vaccino e/o da un’infezione precedente.

La buona notizia è che non sembra che ci sia una maggiore gravità di queste nuove forme virali rispetto ad Omicron. Tuttavia, se aumenta in maniera considerevole il numero delle persone infette allora è sempre possibile che proporzionalmente possa aumentare il numero dei ricoveri ospedalieri. È comunque importante essere vaccinati con il ciclo completo.

Ancora oggi siamo alle prese con questo virus perché ha una capacità diffusiva notevole. È stato segnalato, infatti, in diverse specie di animali domestici e selvatici e, sebbene non provochi nella fauna una malattia grave, gli animali, che per nostra fortuna non hanno un ruolo nella trasmissione, possono costituire un serbatoio dal quale possono emergere nuove forme.

I media recentemente si sono occupati anche di un'altra malattia degli animali ovvero il vaiolo delle scimmie. Il passaggio del virus dalle scimmie all’uomo è segnalato in paesi africani dove la stretta vicinanza con la fauna selvatica favorisce il salto di specie (spillover). Ma questa volta i casi aumentano e sono riportati in diversi paesi non africani destando preoccupazione anche in considerazione del fatto che siamo in una stagione di viaggi frequenti. Il vaiolo delle scimmie non induce una malattia grave nelle persone ed è possibile che chi ha fatto la vaccinazione per il vaiolo umano sia a minore rischio. Tuttavia, anche in questo caso le autorità sanitarie nazionali e regionali dovranno vigilare sull’insorgenza di possibili focolai per garantire le cure necessarie e limitare la diffusione di quest’altra zoonosi.

I germi non conoscono barriere e non fanno differenza tra l’animale-uomo e le altre specie tant’è che moltissimi germi patogeni per l’uomo provengono dal mondo animale. Oggi la globalizzazione e la velocità di interconnessione tra i continenti fa sì che un evento del genere possa coinvolgere la popolazione mondiale nel giro di pochi giorni. Insomma, anche le malattie si sono globalizzate e proprio per questo è quanto mai necessario prevenire in un’ottica di salute di uomo-animale-ambiente (One Health).