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La sicurezza alimentare al tempo della guerra

di Alberto Ritieni*

La Food Standards Agency (FSA) che opera nel Regno Unito ha pubblicato un report basato su 2.000 interviste a consumatori adulti utile a comprendere le dinamiche dei comportamenti alimentari nell’attuale contesto storico.

La lettura di questo rapporto da spunti utili per interessanti considerazioni. In primis, l’allarme che all’inizio dell’anno si era focalizzato sugli aspetti della “Food security” infatti, all’inizio del conflitto, che coinvolge i paesi dell’Est le preoccupazioni erano essenzialmente rivolte alle prevedibili difficoltà di alcuni paesi di approvvigionarsi di avere grano, oli vegetali e altre derrate alimentari per la loro sopravvivenza alimentare, in particolar modo regioni del mondo in cui la denutrizione è endemica. Alcune iniziative, come corridoi umanitari, accordi tra paesi coinvolti nel conflitto ecc., hanno tamponato questo rischio di crisi sociale che avrebbe avuto enormi conseguenze.

Era facilmente prevedibile che la crisi ucraina si concretizzasse prima o poi in nuovi scenari collegati sia alla Food security che alla Food safety, aspetto in parte sotteso.

Questo tipo di emergenza attualmente ha molte più conseguenze sulla salute del singolo consumatore e ne sta modificando le scelte in virtù della conseguente crisi economica. Le cause alla base sono l'aumento dei costi energetici che ha portato a maggiori costi delle materie prime, dei trasporti, della logistica, della trasformazione che ridimensionano le disponibilità economiche dei consumatori.

Ritornando al report del FSA, il  risultato del questionario, estensibile ai consumatori europei, riconduce ad un uso del frigo-congelatore  meno attento in cui il risparmio energetico ha indotto ad innalzare la temperatura di conservazione, a modificare le modalità di cottura, che diventano più rapide o altri mezzi che impattano non più sulla food security, cioè la capacità delle popolazioni di avere accesso al cibo, ma sulla food safety cioè sulla assenza di pericoli e quindi di rischi per il consumatore.

Molti consumatori si sono convertiti all’uso del microonde o di friggitrici ad aria, in molti casi preferiscono piatti freddi per evitare la cottura o anche il solo riscaldamento delle pietanze. Le risposte degli intervistati indicano una maggiore preferenza a consumare alimenti ben oltre la data di scadenza, per non riacquistarne di nuovi, eppure questa data è resa perentoria proprio per evitare, ad esempio, rischi di tipo microbiologico. Le risposte del questionario dimostrano una rapida crescita di fiducia dei consumatori nei prodotti a filiera corta, e in quelli nazionali reintroducendo de facto delle latenti forme di autarchia alimentare. Si accetta di ridurre nel bilancio familiare il peso degli acquisti di cibo sia per contenere gli sprechi che per mancanza di disponibilità economica necessaria per far fronte ai maggiori costi di un pasto.

Nel marzo scorso, l’uso di oli vegetali anziché olio di girasole consentito dal Ministero dello Sviluppo Economico si intitolava “Misure temporanee eccezionali - etichettatura prodotti contenenti olio vegetali in sostituzione dell’olio di semi di girasole”, dove il rafforzativo dell’aggettivo eccezionale sinonimo di straordinario, descrive misure di emergenza quasi paragonabili alle “misure di guerra” ma da non rendere strutturali.

Un rischio che si può concretizzare è che provvedimenti simili possano da “straordinari” trasformarsi in una comoda soluzione alla crisi alimentare e che consolidino nei consumatori la convinzione che i livelli di sicurezza degli alimenti, raggiunti con tempo e con fatica, erano sovrastimati per cui date di scadenza, scelta delle materie prime e la ricerca della qualità si possono sacrificare in nome del denaro.

La crisi a livello di Food Security è gestita politicamente, notizia di questi giorni è che ancora sul commercio del grano sono aperte discussioni e trattative.

D’altro canto, la Food Safety è un prerequisito sostanziale e le scelte dei consumatori se pur orientate al risparmio e magari all’acquisto di cibi con scarso valore qualitativo e meno costosi devono essere sempre rivolte ad un alimento sano e sicuro e privo di rischi per la salute.

*Dipartimento di Fa