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Antiossidanti: alleati del benessere?

di Francesca Ciani, Eugenio Luigi Iorio*, Simona Tafuri

Navigando su Internet è possibile avere una fonte inesauribile di informazioni, che talvolta possono rivelarsi utili, ma altre volte risultano ingannevoli, false, manipolate o erronee. In campo scientifico avallare certe affermazioni, senza essere sicuri della veridicità e delle fonti, può risultare scorretto e pericoloso. Dopo aver discusso, in altri articoli, delle fake news legate ai radicali liberi, adesso è la volta di quelle sugli antiossidanti.

Cosa sono gli antiossidanti? Sono gruppi di sostanze di diversa natura chimica che agiscono inattivando o eliminando, con vari meccanismi, i radicali liberi o riparando i danni causati da essi. Costituiscono un sofisticato sistema di difesa, risultato di millenni di evoluzione, nel quale annoveriamo enzimi, vitamine, oligoelementi e altre sostanze.

Tra le affermazioni più significative che il web ci riporta abbiamo:

Gli antiossidanti agiscono donando l’elettrone ai radicali liberi, neutralizzandoli e proteggendoci dalle malattie. Non tutti gli antiossidanti agiscono donando elettroni ai radicali liberi; l’unico antiossidante in grado (almeno teoricamente) di prevenire una malattia è la vitamina C, nei confronti dello scorbuto. Gli antiossidanti non sono la panacea a tutti i mali e non sostituiscono né un corretto stile di vita né i farmaci. Solo se assunti nel modo corretto possono sostenere specifiche funzioni cellulari e ciò può contribuire a prevenire condizioni morbose.

Più alta è la dose di antiossidanti che assumiamo più potente è il loro effetto. Più alta è la dose di antiossidanti assunti, maggiore è il rischio di esporsi ad effetti collaterali paradossali, quale l’azione pro-ossidante.

La superossido-dismutasi è un potente antiossidante.La superossido-dismutasi (SOD) è un enzima che trasforma un radicale libero riducente (l’anione superossido) in una molecola ossidante, il perossido d’idrogeno, che viene inattivata dalla catalasi o dalla glutatione-perossidasi, secondo la seguente reazione:

Se assunta da sola, sotto forma di integratore, può favorire i processi ossidativi, nel caso in cui l’organismo non fosse in grado di neutralizzare in modo efficace questa sostanza ossidante. In letteratura è riportato che parte delle alterazioni molecolari che si osservano nei soggetti affetti da sindrome di Down sono dovute proprio ad un’attività eccessiva di questo enzima.

Come rilevato da un’analisi del data-base biomedico più importante al mondo, numerosissimi sono i lavori scientifici pubblicati sugli antiossidanti. Un argomento serio che ha un grande impatto sulla salute umana, animale e vegetale sul quale occorre diffondere informazioni corrette.

*Presidente dell'Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo