Slider news

La divulgazione come missione

di Sante Roperto

‘Un mondo di bufale’ è una testata giornalistica! Da fine luglio, infatti, ha la sua autorizzazione e il suo numero di registrazione presso il Registro Stampa del Tribunale di Napoli. Forse nessuno immaginava che questa rubrica avrebbe fatto così tanta strada e sarebbe cresciuta così tanto in appena due anni. Merito di chi ha lavorato nel Comitato di Redazione, di chi ci ha aiutato col suo entusiasmo e di chi ha proposto contributi e sottoposto articoli.

È un traguardo importante per il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali che diventa tra i pochi dipartimenti italiani ad essere proprietario di una testata giornalistica. È un traguardo importante per tutti noi che avremo il compito di proseguire e lavorare con maggiore ambizione ai futuri obiettivi. Ma quale deve essere il primo? In nessun altro momento della storia, l’umanità ha avuto così tanti modi per informarsi. Non esiste più quasi nessun posto del pianeta dove non si possa accedere almeno a una radio, una televisione o a internet. In questo contesto aiutare a distinguere il vero dal falso, sviluppare la capacità di pensiero critico, spiegare come e dove trovare l’informazione più attendibile, distinguere tra fatti, opinioni e credenze, è il principale obiettivo che deve avere la divulgazione scientifica.

Ormai da anni, il rapporto tra informazione e conoscenza acquisita è entrato in crisi e in questa divisione i meccanismi della disinformazione hanno vita facile. La divulgazione, quindi, deve colmare questa differenza ed essere una risorsa strategica nel processo di formazione, convivenza e supporto della società del benessere. Tutti coloro che lavorano nel mondo della scuola e dell'Università sono chiamati quindi, nell’ambito della nuova Terza Missione, a trasformare la complessità di alcuni argomenti nella forma più semplice possibile.

E questo concetto ha ancora più valore, nell’estate in cui l’Italia perde il suo più grande divulgatore. La scomparsa di Piero Angela, infatti, lascia un’eredità fondamentale e, nel suo essere maestro di scienza e di giornalismo, corre l’obbligo di ricordare le sue parole: la divulgazione è da un lato comprendere le cose e dall’altro trasmetterle in un linguaggio diverso, coinvolgente, sintetico e anche divertente. Come fare? Essere dalla parte degli scienziati per i contenuti e da quella del pubblico per il linguaggio. Chiarezza e serietà. La divulgazione scientifica è una missione”.

La vignetta utilizzata è per gentile concessione di Giancarlo Covino