Slider news

Coltivazioni indoor: come l’idroponica sta cambiando il comparto zootecnico

di Nadia Musco e Piera Iommelli

Dagli anni ’50 ad oggi si è assistito a una importante trasformazione di superfici destinate all’agricoltura in aree urbane, in parte dovuta all’aumento della popolazione globale. Il consumo di suolo in Italia è oggi un tema capace di suscitare grande interesse per le conseguenze e i costi economici, ambientali e sociali del fenomeno. Particolare rilievo assume la destinazione di terreni agricoli alla produzione di colture per l’alimentazione degli animali e l’impatto ambientale generato dall’intero comparto zootecnico.

In questo contesto si colloca una pratica agraria utilizzata sin dall’antichità, conosciuta fin dall’epoca degli Assiri e dei Babilonesi: l’agricoltura idroponica, caratterizzata dalla coltivazione di piante fuori suolo, ovvero senza terra e grazie all’acqua nella quale, talvolta, possono essere disciolte sostanze nutritive adatte a soddisfare i fabbisogni delle piante. Con questo sistema è possibile avviare una coltivazione indoor o outdoor in verticale ottimizzando lo spazio a disposizione e offrendo così la possibilità di coltivare ovunque. L’agricoltura idroponica si inserisce appieno in un sistema sostenibile perché consente un controllo maggiore delle risorse idriche e nutrizionali e un risparmio di acqua grazie al recupero e al riutilizzo del flusso idrico per un nuovo ciclo di irrigazione. Uno dei vantaggi di questa tecnica è inoltre la possibilità di coltivare a prescindere dalle condizioni climatiche locali, abbattendo così i costi ambientali ed economici del trasporto, in un tempo molto breve per ciclo produttivo (da cinque a sette giorni).

Il boom del settore è stato reso possibile grazie all’avanzamento tecnologico che si colloca nel contesto della Precision Livestock Farming, grazie all'illuminazione a led, all'automazione e all'ausilio dell’intelligenza artificiale. Oggi, infatti, è possibile concludere con successo cicli produttivi di un'ampia varietà di colture in ambienti indoor. Le luci a led, con lunghezze d’onda “personalizzate” a seconda della coltura, forniscono l'illuminazione necessaria alla crescita e l'automazione del sistema permette di seminare e movimentare le vasche di crescita abbattendo notevolmente i costi di manodopera.

Con le coltivazioni idroponiche è possibile ridurre in modo sensibile gli sprechi dei nutrienti e le dispersioni d’acqua. E non prevedendo l’uso di diserbanti e sostanze chimiche si dimostra un tipo di coltura decisamente più sostenibile e meno impattante di quella tradizionale in terra. Sebbene, infatti, l’agricoltura idroponica preveda l’uso di energia elettrica, attrezzature, strutture e telai, considerando le emissioni di CO2 a parità di prodotto ottenuto, i livelli di inquinamento prodotti dalle coltivazioni fuori suolo sono nettamente inferiori.

E considerando anche la progressiva riduzione del numero di aree coltivabili nel mondo, lo sviluppo della coltivazione è auspicabile, tenuto conto delle crescenti necessità del comparto zootecnico.