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Intossicazioni alimentari: si torna a parlare di stramonio

di Pasquale Gallo*

Dopo il caso registrato ad ottobre 2022 degli spinaci contaminati dallo stramonio, che hanno causato l’intossicazione di 8 consumatori nel napoletano, un nuovo episodio analogo è stato osservato ad inizio febbraio 2023. In questo secondo caso si è trattato di una preparazione alimentare surgelata contenente spinaci e mozzarella, da cucinare direttamente in padella. Dopo aver consumato il prodotto, è stato segnalato all’ASL NA 1 un caso di intossicazione con ricovero ospedaliero. Il prodotto sospetto era stato confezionato in provincia di Cosenza, ma gli spinaci provenivano dalle Marche. Dopo aver individuato il prodotto contaminato, il servizio SIAN dell’ASL NA1 ha effettuato il prelievo dell’alimento residuo, che conteneva anche 2 frutti callosi e irti di spine, che sono stati analizzati separatamente; è stato prelevato anche un campione dello stesso lotto presso il supermercato dove era stato venduto il prodotto contaminato.

I campioni sono stati consegnati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, dove è stato sviluppato e accreditato il metodo di analisi chimica in tempi rapidissimi, per fornire quanto prima una risposta e caratterizzare la contaminazione del prodotto. Presso il Dipartimento di Chimica dell’Istituto è stata eseguita l’analisi in pochi giorni ed è stata individuata la scopolamina nei 2 frutti callosi e nel prodotto confezionato che ha causato l’intossicazione. A parte la scopolamina, sono state individuate altre 2 sostanze incognite, che sono oggetto di ulteriori studi. La scopolamina non è stata osservata negli spinaci dello stesso lotto, dove non erano presenti i frutti callosi contaminanti.

Anche in questo caso si è trattato di un avvelenamento dovuto a specie vegetali infestanti che sono state raccolte insieme agli spinaci e non sono state poi separate completamente. Nel caso registrato a ottobre 2022, si trattò di contaminazione da stramonio (Datura stramonium) che produce numerose sostanze naturali appartenenti alla classe degli alcaloidi, tra cui la scopolamina e l’atropina (alcaloidi del tropano) presenti in tutti i distretti della pianta e soprattutto nei semi.

Nel caso registrato a febbraio 2023, la specie vegetale infestante è stata invece identificata da un agronomo come esemplare della specie Xanthium, ampiamente diffusa in Italia, che produce frutti callosi simili a quelli dello stramonio, contenenti alcaloidi del tropano. Fortunatamente si è trattato di una contaminazione occasionale e non diffusa nel lotto di spinaci surgelati.

Scopolamina e atropina possono causare intossicazioni acute con sintomi comesecchezza delle mucose, arrossamento della pelle, dilatazione delle pupille, vertigini, disturbi della vista, palpitazioni, disorientamento, allucinazioni, insufficienza respiratoria e paralisi del sistema nervoso parasimpatico. Per queste sostanze l’Unione Europea ha fissato limiti massimi solo in alcuni alimenti, come i baby food, ma non nei vegetali a foglia.

La contaminazione degli alimenti da parte degli alcaloidi del tropano rappresenta un problema di sicurezza alimentare in costante aumento. Dal 2019 ad oggi queste sostanze sono state responsabili di numerose allerte alimentari (oltre 50). I principali alimenti soggetti a contaminazione da alcaloidi tropanici sono i prodotti a base di cereali quali grano saraceno, miglio, sorgo e mais, erbe per infusi, che si infestano durante la coltivazione o la raccolta.

Nel caso si osservasse la presenza di frutti callosi e con spine negli alimenti a foglia come gli spinaci, è consigliabile non consumare il prodotto e segnalare il caso all’ASL.

*Direttore del Dipartimento di Chimica, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno