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Siamo tutti vegani? Un’indagine ci dice come mangiamo

di Lucia Bailoni*

Nell’ambito del progetto CoMiS finanziato dal MUR, abbiamo chiesto a più di mille cittadini informazioni sul consumo di prodotti di origine animale durante la pandemia da COVID-19. Solo l’1,6% non ha mangiato mai, o almeno negli ultimi 12 mesi, carne, pesce, latte e uova, mentre per l’84,1% degli intervistati il consumo è avvenuto almeno una volta alla settimana. Dall’indagine si evince che metà dei consumatori preferisce acquistare i prodotti al supermercato ma molti (più del 40%) anche presso negozi specializzati (pescherie, macellerie), indicando come il rapporto diretto con il venditore costituisca ancora un valore aggiunto, improntato forse su fiducia e sicurezza. La filiera corta ‘dal produttore al consumatore’ interessa solo il 4,3% degli intervistati. Le componenti più importanti per i cittadini al momento dell’acquisto sono l’aspetto e, al secondo posto, l’origine del prodotto. Circa un terzo è attento al costo e più del 30% considera il marchio o le etichette di qualità un aspetto prioritario nella scelta. È risultato, a nostro parere, piuttosto basso il numero di consumatori che considera importante l’impatto ambientale, sociale ed etico dell’alimento; va sottolineato però che non sempre le informazioni che riguardano ad esempio il benessere degli animali o l’ecosostenibilità delle filiere sono facilmente reperibili in etichetta.

Riguardo alla relazione fra consumo di alimenti di origine animale e rischio di contrarre il COVID-19(1), solo una persona su quattro ha sentito parlare di questa possibilità e le fonti dove ha reperito informazioni sono stati principalmente i notiziari televisivi. È rilevante osservare che solo l’8,7% dei cittadini ha cercato informazioni sui canali web delle istituzioni pubbliche, probabilmente a causa delle difficolta di navigazione in questi siti. E sorprendentemente neppure la consultazione delle pagine social di amici e/o conoscenti è risultata estesa fra i cittadini (meno del 10%). La nota positiva emersa da questa indagine riguarda l’elevato livello di fiducia che i cittadini pongono nei confronti della catena dei controlli sui prodotti di origine animale. Sicuramente la comunicazione sul COVID-19 non è stata adeguata in questi due anni (oltre il 70% degli intervistati lo conferma) ed è necessario intervenire per migliorarla, a vari livelli. Il progetto CoMiS ha cercato di proporre alcune linee guida, avvalendosi anche delle competenze di specialisti nella comunicazione, che potete trovare visitando il sito www.progettocomis.it

(1) https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3089

*Professore di Nutrizione e Alimentazione Animale, Università degli Studi di Padova