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Il granchio blu: la specie aliena che mette a rischio i nostri mari

di Ilaria Ercole e Raffaele Marrone

Il Callinectes sapidus, noto anche come granchio reale o granchio blu, è una specie alloctona delle nostre acque. La sua presenza nei nostri areali marini sta minacciando l’intero ecosistema del Mediterraneo, in quanto, essendo una specie vorace preda le specie ittiche autoctone, in particolare mitili, facendo strage principalmente di telline, vongole e cozze. Inoltre, avendo delle chele potenti arreca danni alle attrezzature da pesca. La presenza di questa particolare specie rappresenta, dunque, sia un pericolo per l’economia della pesca che un rischio di tipo ambientale. Risulta, pertanto, importante segnalare la sua presenza ai Centri oceanografici italiani il che risulterà utile per comprenderne meglio la sua diffusione e le probabili conseguenze sull’ecosistema e sulla biodiversità. 

La specie Callinectes sapidus – il cui nome latino significa "bella nuotatrice saporita" – è originaria dell'Oceano Atlantico, dove vive lungo le coste dell'intero continente americano. È probabile che sia arrivato nel Mediterraneo trasportato con l'acqua di zavorra delle navi, uno tra i casi di invasione più comuni. È un granchio di grandi dimensioni, caratterizzato da un carapace largo circa il doppio della sua lunghezza. Le chele sono di colore blu nei maschi e rosso nelle femmine. Il colore blu è dovuto alla presenza di una caroteno-proteina, ma diventa rosso in cottura a seguito della denaturazione della stessa. Secondo alcuni recenti studi, le femmine possono arrivare a deporre anche tra due e otto milioni di uova per covata. Infine, si tratta di animali onnivori e piuttosto aggressivi: si nutrono di tutto ciò che riescono a catturare.

Il granchio blu si è ormai diffuso in tutto il Mediterraneo, dove può agire praticamente indisturbato in quanto non vi è alcun predatore che possa contrastarlo se non l’uomo attraverso la pesca. L’unico sistema, quindi, per provare a contenere la crescita esponenziale dei granchi blu è quello della cattura.

Pescare il granchio blu rappresenta, ad oggi, non solo l’unica soluzione per salvaguardare la pesca e l’ecosistema del Mar Mediterraneo ma anche un’interessante soluzione dal punto di vista gastronomico. In Italia, ormai da tempo, si è creato un vero e proprio mercato del granchio blu, dovuto alla prelibatezza delle sue carni, con un prezzo di vendita all'ingrosso di 30-40 euro al chilo; mentre, i ristoratori cinesi e giapponesi presenti sul territorio li stanno inserendo nei propri menù vendendoli anche a 100 euro al chilo. La sua richiesta (e quindi il prezzo) è in crescita, man mano che i consumatori vengono a conoscenza delle sue caratteristiche.

In effetti il granchio blu ha una significativa importanza culinaria ed economica soprattutto negli Stati Uniti, in particolare in Louisiana, North Carolina, Chesapeake Bay, Delaware e New Jersey e nello stato del Maryland dove rappresenta il prodotto della pesca più importante. Si consideri che in Messico e negli Stati Uniti, dove il granchio blu è pescato e consumato per la bontà della sua carne ogni anno si consumano circa sessantamila tonnellate di questo alimento pregiato che arriva a costare fino 150 euro al chilo.

Fonte immagine: Wikipedia