di Iolanda Venuti, Marina Ceruso e Tiziana Pepe
Negli ultimi anni, si è assistito ad un rapido cambiamento delle abitudini alimentari. In particolare, è stato osservato un incremento del consumo di pasti fuori casa a causa degli intensi ritmi lavorativi che hanno ridotto il tempo disponibile per la loro preparazione. In questo contesto, i distributori automatici (Vending Machines) rappresentano una soluzione pratica e conveniente, offrendo un'ampia gamma di prodotti in linea con le nuove esigenze di consumo.
Recenti indagini condotte presso il laboratorio di Biotecnologie applicate all’Ispezione degli alimenti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali (DMVPA,) hanno valutato le condizioni igienico-sanitarie di distributori automatici situati in Regione Campania e i pericoli associati al consumo di bevande calde da essi erogate.
Sono state effettuate analisi microbiologiche sulle materie prime (polvere di latte, caffè, ginseng, cioccolato), sulle superfici (beccuccio erogatore delle bevande, vaschette mixer e, ove presente, tubo di aspirazione dell’acqua) e su una bevanda erogata multicomponente (cappuccino).
I risultati di questo studio hanno evidenziato diverse criticità. In particolare, valori più elevati di carica batterica totale ed enterococchi sono stati rilevati nelle pareti interne del beccuccio erogatore e nel cappuccino, suggerendo una contaminazione dovuta a manipolazioni da parte del consumatore o degli operatori durante le procedure di pulizia e sanificazione. Escherichia coli, Listeria monocytogenes e Salmonella spp. non sono stati mai evidenziati. Diversamente, Bacillus cereus è stato identificato in circa l’80% delle superfici e dei campioni di cappuccino. Stapylococcus aureus è stato rilevato in circa il 30% della polvere di latte e del beccuccio erogatore e nel 16% dei campioni di cappuccino.
Le indagini condotte hanno dimostrato che le attuali procedure di pulizia non sono sempre sufficienti a minimizzare e contenere entro limiti accettabili il rischio microbiologico. È necessario, pertanto, implementare i piani di autocontrollo sulla base dell’analisi dei rischi individuati per ciascuna realtà, programmando la frequenza e le modalità delle operazioni di pulizia. È fondamentale, inoltre, scegliere fornitori certificati e che gli operatori siano sottoposti ad una formazione continua. I dati ottenuti consentono una prima analisi del rischio per il corretto monitoraggio nell’ambito delle attività di controllo ufficiale a tutela della salute del consumatore.