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Alimentazione del cane e del gatto: miti e leggende

di Giacomo Biagi* e Monica I. Cutrignelli
*Professore di Nutrizione e Alimentazione Animale, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna

Quarta puntata.
Alimenti e salute.

Diete molto ricche di proteine possono danneggiare i reni

Che le diete molto proteiche possano danneggiare i reni è forse il mito nutrizionale più diffuso tra chi si interessa di alimentazione del cane e del gatto. Già nel 1937, Blatherwick e Medlar osservarono che diete molto ricche di proteine potevano, a lungo termine, creare problemi renali nel coniglio e nel ratto. Sulla base di questa scoperta, si pensò che gli stessi problemi potessero comparire anche in altre specie animali, cani e gatti compresi, senza chiedersi se la risposta di un animale carnivoro, inteso nel senso più ampio del termine, all’alto tenore proteico della dieta non possa essere diversa. Non a caso, infatti, non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri che una dieta ricca di proteine possa creare problemi renali in un cane o in un gatto sano. Anzi, alcuni studi sono stati condotti alimentando per anni gruppi di cani con diete ad alto tenore proteico e in nessun caso queste diete hanno causato la comparsa di patologie a carico dei reni (Bovée, 1991). Tuttavia, a corredo di quanto affermato, si ricorda che l’impiego di diete caratterizzate da un determinato grado di restrizione proteica può rendersi necessario qualora l’animale soffra di una forma di patologia renale cronica conclamata.

Diete molto ricche di proteine possono causare dermatite

La comparsa di dermatite non dipende in alcun modo dalla quantità di proteine presenti nella dieta dell’animale. È risaputo, infatti, che le proteine alimentari possono talvolta (ma non così spesso come si crede) essere causa di allergie, che nel cane e nel gatto tendono a manifestarsi principalmente con dermatite pruriginosa. Le allergie alimentari sono però patologie che non dipendono in alcun modo dalla quantità di proteina presente nella dieta, ma piuttosto da reazioni rispetto a specifiche proteine. Capita forse di sentir dire (con un uso quanto meno dubbio della lingua italiana) che il mangime molto proteico può provocare nel cane ‘riscaldo’ e, dunque, dermatite e/o otite. Da un punto di vista strettamente metabolico, è vero che quando il corpo usa gli aminoacidi con finalità energetiche, una maggiore quota dell’energia disponibile viene perduta in forma di calore, rispetto a quanto avviene con zuccheri e grassi. Ad oggi, però, non esiste alcuna evidenza scientifica del fatto che regimi alimentari ad alto tenore proteico favoriscano l’insorgenza di dermatiti in cani e gatti, nemmeno nelle stagioni più calde.

Cani e gatti con calcoli dell’apparato urinario dovrebbero bere acqua minerale a basso contenuto di sali

Non è raro che i proprietari di cani e gatti che hanno sofferto di calcoli urinari (o nei quali il veterinario ha rilevato la presenza di cristalli
nell’urina) diano da bere al proprio animale solo acqua minerale a basso contenuto di sali. La ragione consiste nel fatto che spesso l’acqua degli acquedotti è piuttosto ricca di calcare, ovvero carbonato di calcio (CaCO3), che si immagina potrebbe aumentare il rischio che la problematica si ripresenti. Purtroppo, è vero che se un animale ha sofferto della presenza di un certo tipo di calcolo urinario è piuttosto probabile che torni a soffrirne, ma davvero serve usare l’acqua in bottiglia a basso contenuto di sali? A questo proposito, è innanzitutto necessario ricordare che non tutti i tipi di calcoli urinari contengono calcio (Ca) e, quindi, in alcuni casi rinunciare alla comune acqua di rubinetto, perché questa contiene calcare, non ha alcun senso. Anzi, il CaCO3 dell’acqua ha un effetto alcalinizzante sulle urine che può essere utile in presenza di quei calcoli che si formano quando le urine sono acidule come, ad esempio, calcoli da urati e da cistina (Lulich et al., 2016). Inoltre, anche nei casi in cui i calcoli contengono effettivamente Ca (es. nel caso abbastanza frequente degli uroliti a base di ossalato di calcio) bisognerebbe ragionare su quanto calcio l’acqua di rubinetto possa apportare all’animale. Pur esistendo differenze importanti tra i diversi acquedotti, l’acqua di rubinetto contiene in genere tra 150 e 500 mg/l di CaCO3, ovvero tra 60 e 200 mg/l di Ca (in quanto il Ca rappresenta il 40% del peso molecolare del sale). Proviamo a fare qualche conto. Una comune crocchetta commerciale per cani o per gatti contiene circa l’1% di Ca, ovvero 10 g per kg di mangime. Immaginiamo che un cane di 10 kg ingerisca nell’arco di una giornata circa 200 g di crocchette e mezzo litro d’acqua, l’animale riceverà 2.000 mg di Ca dal mangime e fra 30 e 100 mg di Ca dall’acqua. In parole povere, l’acqua del rubinetto sarebbe responsabile per il 2-5% del Ca assunto dal cane! È quindi indispensabile comperare l’acqua minerale per cani e gatti con problemi da urolitiasi? La risposta è no: preoccupiamoci piuttosto di somministrare all’animale una dieta  adatta a ridurre il rischio che quello specifico tipo di calcoli urinari torni a formarsi. E ricordiamoci sempre che l’acqua che diamo da bere ai nostri cani e gatti, indipendentemente dal fatto che soffrano o meno della formazione di calcoli, deve essere fresca, pulita e potabile.

Gli additivi sono pericolosi e molti animali ne sono allergici

Non di rado, i proprietari di cane si meravigliano nel sentire che è possibile usare la carne di maiale come fonte proteica nell’alimentazione  del loro animale. Allo stesso tempo, però, quasi nessuno è in grado di dire perché mai la carne suina non dovrebbe essere impiegata. E, in effetti, di ragioni scientificamente valide non ve ne sono, sempre che non si voglia somministrare la carne cruda. In questo caso, infatti,
la carne suina, e ancor di più quella di cinghiale, potrebbe essere pericolosa per la potenziale presenza in essa del virus responsabile della malattia di Aujeszky (o pseudorabbia), patologiache nei cani e gatti è spesso ad esito inevitabilmente letale. Un’adeguata cottura però  elimina il virus, esattamente come la maggior parte dei batteri e parassiti, rendendo la carne suina una fonte proteica assolutamente sicura e di elevato valore nutrizionale per cani e gatti.

Fonti
1) Bovée K.C. (1991) – Influence of dietary protein on renal function in dogs. The Journal of Nutrition 121, s128-s139.

2) Lulich J.P., Berent A.C., Adams L.G., Westropp J.L., Bartges J.W., Osborne C.A. (2016) – Acvim small animal consensus recommendations on the treatment and prevention of uroliths in dogs and cats. Journal of Veterinary Internal Medicine 30, 1564-1574