di Alberto Ritieni*
Il presente è solo “il passato del nostro futuro” che non dobbiamo temere altrimenti sarà il futuro a scomparire.
Circa un secolo fa il latte pastorizzato spaventò perché sostituiva il latte crudo ma oggi sarebbe incredibile pensarlo.
Abbiamo introdotto a tavola alghe, krill e alimenti iper-trasformati. Eppure, la farina di insetti risveglia sopite paure e immagini da film horror, la ricerca prova ad allontanare le ombre della paura e superando antichi stereotipi.
L’Europa definisce Novel Food prodotti come l’olio di krill o l’estratto della cresta di gallo e a partire dal 2022 (Reg.to 169/2022) con l’inserimento della larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e della Locusta migratoria congelata, essiccate e in polvere con il Reg.to 188/2022 anche il grillo domestico(Acheta domesticus). L’International Platform of Insects as Food and Feed (IPIFF), fornisce linee guida per i prodotti a base di insetti basate sui Reg.ti 1169/2011 e 1924/2006 (NHCR, Nutrition and Health Claims Regulation) che difendono i consumatori.
Ad esempio, non si possono dare proprietà inesistenti a prodotti a base di insetti, né associare posti esotici o esaltarne le vitamine o altre molecole già presenti in frutta o altri vegetali. Sarà obbligatorio dichiarare la lista degli ingredienti, il paese di origine, le informazioni nutrizionali e la lista degli allergeni sia se provengono dagli insetti che dal substrato dove sono allevati.
Se l’alimento è fatto da sola farina di grilli si può omettere questo ingrediente mentre sarà sempre riportata la sua presenza in percentuale nel prodotto finale, in merendine, snack o altro. La potenziale allergenicità o meno degli insetti non è ancora provata in maniera sicura. Ad oggi si ipotizza che le proteine degli insetti possano dare reazioni allergiche nell’uomo come accade con crostacei, gamberi, scampi etc. In etichetta, sarà sempre riportato questo rischio allergenico e quindi saremo a conoscenza della presenza di insetti come ingredienti dell’alimento.
Mangiare insetti può dare dei vantaggi: un supplemento in polvere di 0,5 g/kg di glicosaminoglicani riduce il peso del grasso addominale dal 5 al 40%, riduce la glicemia dal 10 al 22% e di circa il 10% il colesterolo e aumenta del 2% la biodiversità del microbiota rispetto al controllo (Yaxi et al., 2022 https://doi.org/10.3390/foods11243961).
In un approccio One Health, gli indicatori ambientali (uso del suolo, impronta idrica ed emissioni di gas serra) si riducono del 40-60% rispetto a produrre prodotti tradizionali (van Huis & Oonincx, 2017, DOI 10.1007/s13593-017-0452-8). Gli insetti commestibili possono essere una fonte proteica alternativa per supportare l'alimentazione umana e animale e, indirettamente, la salute del pianeta.
Mangiamo anche circa 500 gr. all’anno di piccole parti di insetti, antenne, zampe ecc. che sono tollerate dalla legislazione alimentare e valutate col in Filth Test ma la loro relativa innocuità non ha attivato dei limiti massimi di presenza negli alimenti.
Il nostro cervello primordiale teme gli insetti, anche se stranamente una blatta è associata a qualcosa di sporco e una farfalla a leggerezza e bellezza, ma i cugini artropodi come gamberi, aragoste e crostacei vari con scheletro chitinoso non solo sono accettati, ma considerati beni di lusso da pagare a peso d’oro in certe occasioni.
La classica domanda delle “cento pistole” sulla necessità di nutrirsi con insetti, ha come risposta “non è necessario”, ma è importante il benessere degli animali e non sprecare le risorse rinnovabili del nostro pianeta.
Gli insetti non sono il piano B per il mondo occidentale, ma per alcuni paesi in emergenza alimentare sono già oggi il loro piano A. Non siamo obbligati a mangiarli come qualcuno crede, nessuno può far accettare un prodotto, ma non possiamo decidere