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Post-verità sulla toxoplasmosi

di Laura Rinaldi

La toxoplasmosi è una delle infezioni parassitarie maggiormente studiate dalla comunità scientifica internazionale, sia per la sua ampia diffusione globale che per la sua rilevanza come fil rouge tra la salute dell’uomo e quella degli animali. Toxoplasma gondii è un protozoo Italiano! Fu infatti descritto per la prima volta nel 1908 da Alfonso Splendore, eminente ricercatore calabrese. Da allora le informazioni vere basate su evidenze scientifiche e quelle false basate sui falsi miti si sono moltiplicate fino ai nostri giorni.

La infodemia sulla toxoplasmosi è probabilmente dovuta al fascino di questo microscopico organismo che addirittura ha il potere di agire sul cervello dell’uomo e degli animali. Di certo il suo successo sta nella capacità di poter parassitare numerose specie animali (mammiferi e uccelli di tutte le aree geografiche del mondo) - uomo compreso - e nel fatto che le tre forme biologiche del parassita (oocisti, cisti e tachizoiti) sono tutte dotate di elevato potere infettante, le prime due anche di notevole resistenza nell’ambiente.

La principale disinformazione, spesso amplificata da titoli inquietanti, riguarda l'associazione tra il rischio di contrarre la
toxoplasmosi in gravidanza e la presenza di gatti (o addirittura cani e altri animali d’affezione) in casa. E’ vero che Toxoplasma è un importante agente abortigeno, ma tutte le raccomandazioni basate su evidenze scientifiche prevedono che la donna in stato interessante, se sieronegativa per toxoplasmosi, possa tenere in casa sicuramente i cani (che non trasmettono la toxoplasmosi) ma anche i gatti e gli altri animali da compagnia.

Nel caso del gatto (ospite completo di Toxoplasma), è necessario adottare alcun semplici precauzioni igieniche: evitare di
pulire la lettiera; alimentare il gatto con mangimi commerciali; evitare che possa predare topi o uccelli; evitare l’adozione di gatti randagi, soprattutto cuccioli proprio mentre si è in gravidanza. Il gatto viene spesso ritenuto il principale veicolo dell’infezione e vengono considerate di rado le altre modalità di trasmissione legate soprattutto all’ingestione di diverse varietà di cibo e acqua contaminate con le forme infettanti responsabili della trasmissione orizzontale del parassita (oocisti sporulate e cisti con bradizoiti), oltre che la trasmissione verticale mediante tachizoiti. Si raccomanda dunque di lavare frutta e verdura abbondantemente sotto l’acqua corrente (non sono necessari specifici disinfettanti come amuchina e bicarbonato) e di fare attenzione a carne (soprattutto di suini e ovini) cruda o poco cotta o insaccati freschi.

Negli ultimi anni le post-verità sulla toxoplasmosi sono state più volte “smascherate” dalle autorità competenti come la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani e la Società Italiana di Parassitologia che, nell’ottica di fare il punto della situazione su questa zoonosi, il mese scorso ha organizzato un webinar “Toxoplasmosi in una prospettiva One Health” (https://www.soipa.it/).

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