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Non si uccidono così anche i ...topi!

di Paolo De Girolamo

“...aprì una porta, entrammo in una grande stanza nitida, lucida, dal pavimento di linoleum azzurro. Lungo le pareti erano allineate l'una a fianco dell'altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato…”

“Ancora oggi la vivisezione è praticata in tutto il mondo, perfino nell'Unione Europea, quindi anche in Italia. Non solo i macachi di Torino, ma tanti altri animali sono costretti a sofferenze taciute in nome della ricerca scientifica”.

L’incipit è grande letteratura! “La pelle” di Curzio Malaparte, un libro di inaudita bellezza, romanzo neorealista, da riportare alla scrittura cor-rosiva cara a Céline. Il successivo capoverso è tratto da un post su Facebook di una fantomatica associazione animalista (LEIDAA) ed è paradigmatico di ciò che oggi definiamo fake news, ovvero notizie false diffuse con il deliberato intento di creare scandalo attraverso i mezzi di informazione. Parlare ancora di vivisezione nel 2021 è come parlare di rapine in banca in un corso di microeconomia.

Non sono animalista, ma amo e frequento gli animali: non è la stessa cosa!
Ritengo importante chiarire in maniera definitiva lo stato dell’arte sull’utilizzo degli animali a fini scientifici in Italia (e di conseguenza nell’EU). Tale utilizzo è disciplinato dal D.Lgs.vo 26/14 (attuativo della direttiva CE 63/2010, entrata in vigore il 9 novembre 2010 ed applicata nell’UE dal 1 gennaio 2013). Il decreto, probabilmente il più restrittivo al mondo, sostituendo la precedente normativa, ha introdotto un articolato sistema di controllo per chi intende porre in essere attività di sperimentazione animale nel rispetto di requisiti, limiti e condizioni stabiliti in ciascuna fase di utilizzazione degli stessi.

Il principio ispiratore, come enunciato dall’art.1, riguarda la protezione degli animali, l’indirizzo verso le procedure di sostituzione e riduzione, la tutela del loro benessere, la limitazione di dolore, sofferenza, stress e danni derivanti dagli esperimenti. Nel decreto si definiscono misure destinate a proteggere gli animali utilizzati per fini scientifici, soprattutto nel settore della ricerca di base o applicata, ed in particolare per la produzione di medicinali.
Definisce, inoltre, misure di protezione per gli animali utilizzati a fini educativi. Il decreto si applica a tutti gli animali vertebrati vivi non umani, nonché ad alcuni invertebrati che provano l’esperienza del dolore (seppie, calamari e polpi). L’uso di primati non umani per la sperimentazione è sog-getto a restrizioni e il ricorso a scimmie antropomorfe (scimpanzé, bonobo, gorilla e oranghi) è vietato.

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